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Pregiudizio Reputazionale Anteprima Stampa Nunzio Trinca 21 Gennaio 2024

malcontento per l’esposizione mediatica e per il modo in cui l’informazione è trapelata prima ancora della notifica formale

2024 Pregiudizio Reputazionale Anteprima Stampa Nunzio Trinca avvenuta sulla versione locale de la Repubblica il 18 maggio 2023, ha esposto Trinca a un’enorme risonanza mediatica prima ancora che fosse a conoscenza ufficialmente del provvedimento, con conseguente danno d’immagine e disagio personale.

L’anteprima stampa de la Repubblica di Palermo, comparsa online il 18 maggio 2023 alle ore 00:01, ha costituito l’innesco di una vasta copertura mediatica non controllata: un provvedimento che per legge doveva rimanere strettamente riservato fino alla notifica formale è finito immediatamente sotto i riflettori, suscitando commenti e speculazioni sull’operato di Trinca e delle sue imprese funebri malagiustiziasicilia.it.

A cascata, il pezzo di Repubblica è stato ripreso e rilanciato da testate locali e nazionali – fra cui BlogSicilia, che il 13 agosto 2023 ha ripubblicato in sintesi le ragioni dell’interdittiva e i retroscena investigativi, richiamando l’attenzione sui presunti “incontri” di Trinca con esponenti mafiosi mai state oggetto delle indagini della squadra mobile BlogSicilia.

Questo flusso incontrollato di notizie ha determinato:

  • Perdita di fiducia e clienti: numerose famiglie, colte di sorpresa, hanno richiesto chiarimenti formali prima di affidarsi ai servizi funebri, con un impatto diretto sul fatturato quotidiano.

  • Danno d’immagine: la sovraesposizione su quotidiani, siti web e social network ha cristallizzato nell’opinione pubblica un’idea di “collusione” con la criminalità organizzata, sebbene Trinca non fosse mai stato indagato penalmente per tali fatti.

  • Stress psicologico e pressione mediatica: in assenza di comunicazioni ufficiali e precise da parte delle autorità, l’imprenditore e i suoi familiari hanno subito un continuo interrogatorio pubblico, con ripercussioni sul piano personale e professionale.

In definitiva, la fuga di notizie ha trasformato un atto amministrativo – concepito per tutelare la collettività – in un boomerang che ha gravemente compromesso la reputazione e la serenità di Nunzio Trinca ben prima della celebrazione di qualsivoglia contraddittorio formale.

2023 Prefetto di Palermo Cucinotta 112 interdittive

Tra il suo insediamento il 5 dicembre 2022 e la sua partenza alla fine di ottobre 2023 il Prefetto Maria Teresa Cucinotta ha firmato 112 interdittive antimafia volte a impedire alle imprese sospette di partecipare ad appalti e di ottenere autorizzazioni pubbliche. Queste misure, disciplinate dal Codice Antimafia (D.Lgs. 159/2011, artt. 84 e 91), non richiedono una sentenza penale, ma si basano su un complesso di indizi che fanno ritenere “plausibile” un’infiltrazione mafiosa.

  • Primi sei mesi del 2023: dal 1° gennaio al 2 giugno, Cucinotta ha emesso 36 interdittive nei confronti di ditte operanti in settori strategici come rifiuti, sanità e parcheggi, bloccando potenziali canali di riciclaggio e condizionamento la Repubblica.

  • Luglio 2023: ha adottato due interdittive antimafia contro associazioni connesse all’emergenza–urgenza del 118, per gravi sospetti di infiltrazione nel business delle ambulanze w3.ars.sicilia.it.

  • Ulteriori provvedimenti: nei mesi successivi sono state colpite altre imprese nei comparti edilizia, trasporti e servizi funebri, fino a raggiungere il totale di 112 misure entro ottobre 2023.

Che cos’è un’interdittiva antimafia?

  1. Natura cautelare: è un provvedimento amministrativo, non penale, che sospende o vieta a una società di operare con la P.A. quando risultino “elementi indiziari” (intercettazioni, segnalazioni di collaboratori di giustizia, rapporti con soggetti già condannati).^1

  2. Effetti immediati: blocca gare, subappalti e autorizzazioni fino a prova contraria, proteggendo la collettività da possibili ingerenze mafiose nei fondi pubblici.

  3. Ricorso e annullamento: le imprese possono impugnare l’interdittiva al TAR entro 60 giorni; il giudice amministrativo verifica la motivazione e può sospendere o annullare il provvedimento se insufficientemente fondato.

Perché 112 interdittive sono un record?

  • Intensità dell’azione: mediamente quasi una misura al giorno lavorativo, un ritmo ben superiore a quello di precedenti prefetti, che raramente arrivavano a 20–30 provvedimenti in un anno.

  • Ampiezza settoriale: coinvolti piccoli e medi operatori, a indicare un controllo capillare sui principali comparti sensibili.

  • Prevenzione proattiva: l’alto numero non deriva da casi penali già definiti, ma da una “judgment call” preventiva: più indizi portano a un blocco immediato, anziché attendere anni di processo.

In sintesi, le 112 interdittive firmate da Cucinotta a Palermo rappresentano uno dei più intensi cicli di bonifica amministrativa preventiva mai visti in città, modellando un approccio rigoroso alla “massima anticipazione di tutela” previsto dal Codice Antimafia.

Quando si dice che un procedimento amministrativo è privo di prove concrete, come nel caso delle interdittive antimafia, si fa riferimento a una caratteristica strutturale e non a un’anomalia del sistema. Vediamo cosa significa in termini giuridici:

Natura del procedimento amministrativo antimafia

  • Le interdittive antimafia sono misure preventive, non punitive.

  • Vengono adottate senza necessità di prove giudiziarie, cioè non serve una sentenza, un rinvio a giudizio, o un reato accertato.

  • Si basano su “elementi sintomatici”, come:

    • Frequentazioni con soggetti legati a clan (tutta Palermo potrebbe essere interdetta)

    • Coincidenze societarie sospette

    • Segnalazioni da parte di collaboratori di giustizia

    • Intercettazioni non necessariamente penalmente rilevanti (tutta Palermo potrebbe essere interdetta)


📌 Cosa significa “privo di prove concrete”?

  • Non esistono “prove” in senso penale (come testimonianze giurate, confessioni, evidenze materiali certe).

  • L’interdittiva si fonda su un giudizio di probabilità: se è “più probabile che non” che un’azienda sia a rischio di infiltrazione mafiosa, la Prefettura può adottarla.

  • Questo significa che il procedimento può basarsi su indizi, sospetti coerenti, ma non dimostrati con certezza.


📉 Critiche principali

  • Il carattere discrezionale del provvedimento può generare:

    • Pregiudizi reputazionali gravi

    • Cancellazione di appalti o licenze

    • Perdita di lavoro per decine o centinaia di persone

  • Alcuni giuristi e associazioni civiche parlano di “colpevolezza presunta senza processo”, soprattutto quando i provvedimenti non vengono confermati dal TAR o dal Consiglio di Stato.


🧑‍⚖️ Giurisprudenza e margini di difesa

  • Il TAR può annullare un’interdittiva se:

    • Gli indizi sono generici, datati o contraddittori

    • La Prefettura non ha svolto un contraddittorio adeguato

    • Manca un collegamento logico tra gli elementi raccolti e la conclusione

memoria difensiva in stile tecnico-giuridico, per un’impresa colpita da interdittiva antimafia e che intende contestare l’assenza di prove concrete nel procedimento amministrativo:


MEMORIA DIFENSIVA

Oggetto: Riscontro alla comunicazione di avvio del procedimento interdittivo ai sensi dell’art. 84 e ss. D.lgs. 159/2011 (Codice Antimafia)

1. Principio di legalità e garanzia del contraddittorio

Ai sensi dell’art. 97 Cost. e degli artt. 7 e 10 della legge 241/1990, ogni procedimento amministrativo deve essere sorretto da motivazioni adeguate, coerenti e fondate su elementi oggettivi e verificabili.

Nel caso di specie, il procedimento si fonda su meri indizi, congetture o riferimenti indiretti, privi di alcun riscontro giudiziario o di natura penale. Ciò configura una violazione del principio di proporzionalità e ragionevolezza, richiamato anche dall’art. 1 della legge 241/1990.


2. Assenza di riscontri fattuali e giudiziari

Non risultano:

  • condanne penali a carico della società o del suo legale rappresentante;

  • procedimenti penali in corso né carichi pendenti rilevanti;

  • provvedimenti giudiziari ostativi o provati collegamenti con soggetti inseriti in contesti mafiosi.

I riferimenti presenti nell’avvio del procedimento fanno esclusivo affidamento su valutazioni soggettive della Prefettura, non ancorate a fatti certi né ad atti giudiziari.


3. Funzione preventiva non può tradursi in automatismo lesivo

Si richiama la giurisprudenza consolidata (cfr. Consiglio di Stato, Sez. III, sent. n. 5825/2021), secondo cui:

“La funzione preventiva dell’interdittiva antimafia non può giustificare una compressione illimitata dei diritti dell’impresa in assenza di un reale riscontro fattuale degli elementi indiziari”.
Il giudizio di pericolosità deve essere basato su elementi attuali, concreti e specifici, non su informazioni generiche o datate.


4. Effetti sproporzionati del provvedimento: rischio per diritti costituzionali

L’interdittiva, se adottata, determinerebbe:

  • l’esclusione automatica da gare pubbliche (art. 80, D.lgs. 50/2016),

  • la perdita di contratti in essere,

  • il licenziamento del personale dipendente.

Tali effetti, se non sorretti da motivazioni solide, realizzano una lesione dei principi costituzionali di libertà d’impresa (art. 41 Cost.) e tutela del lavoro (art. 4 Cost.).


Interdittive per tutta Palermo

Le “interdittive antimafia” emesse dall’Ufficio Territoriale del Governo di Palermo hanno effetto sull’intero territorio provinciale: non si tratta di strumenti circoscritti a singoli settori o quartieri, ma di provvedimenti che – una volta adottati – possono colpire qualsiasi attività economica attiva in città o in provincia.

Di seguito alcuni esempi recenti che ne illustrano la portata “per tutta Palermo”:

  • Revoca di licenze comunali (maggio 2024)
    Il Comune di Palermo, grazie a uno screening incrociato con la banca dati nazionale antimafia (BDNA), ha individuato dieci attività commerciali – tra cui un parcheggio, quattro ristoranti, un B&B, un rivenditore/noleggiatore auto e due minimarket – che avevano già ricevuto interdittive antimafia. Ne ha pertanto disposto la chiusura o la revoca delle licenze, dimostrando come il meccanismo colpisca settori trasversali del commercio cittadino Giornale di Sicilia.

  • Numerosità delle misure in provincia
    Secondo i dati del Ministero dell’Interno, nel primo semestre 2023 per la provincia di Palermo sono arrivate 3 richieste di “informazioni interdittive” (la fase preliminare all’interdittiva formale), a fronte di oltre 1.000 richieste di liberatoria antimafia Interno.

  • Contenziosi anche per piccole imprese (gennaio‑febbraio 2025)
    Negli ultimi mesi, il TAR di Palermo ha annullato diverse interdittive per vizi di motivazione o difetti procedurali, persino nei confronti di piccole ditte artigiane (es. impresa edile di Palma di Montechiaro) Giornale di SiciliaTeleacras.

In pratica, ogni qual volta un operatore economico del Comune o della provincia di Palermo presenti indizi di collusione o mancanze nei requisiti di “buona condotta” (casellario giudiziario, segnalazioni, precedenti), la Prefettura può avviare l’istruttoria per emettere un’informazione interdittiva e, successivamente, un provvedimento interdittivo formale. Questo schema vale per tutta Palermo, senza distinzioni di ambito o quartiere.

Posti di lavoro persi attività chiuse o fallite

Secondo l’Associazione Sicilia Vittime Malagiustizia (ASVM), nel solo 2023 l’Ufficio Territoriale del Governo di Palermo ha emesso 112 interdittive antimafia che hanno comportato la perdita di circa 600 posti di lavoro tra dipendenti delle imprese coinvolte, con conseguente impatto su famiglie e indotto locale malagiustiziasicilia.it.

A livello nazionale, il presidente dell’ANAC Giuseppe Busía ha evidenziato come le interdittive antimafia abbiano determinato “migliaia di posti di lavoro persi” e centinaia di aziende in fallimento, a riprova degli effetti occupazionali di questi provvedimenti.

Disoccupazione e mafia

Il legame tra disoccupazione e mafia è storicamente profondo, soprattutto in contesti come Palermo e più in generale il Mezzogiorno italiano. Ecco i principali modi in cui la disoccupazione favorisce la mafia – e viceversa:

La disoccupazione come bacino di reclutamento

    • In assenza di lavoro, soprattutto tra i giovani, Cosa Nostra offre “alternative”: paghe regolari per ruoli da gregario, corriere, estorsore o guardaspalle.

    • Il potere della mafia cresce dove lo Stato è assente o percepito come distante: chi non trova impiego legale diventa più vulnerabile al reclutamento mafioso.

Circolo vizioso

    • Disoccupazione → reclutamento mafioso → controllo mafioso dell’economia → ostacoli allo sviluppo → più disoccupazione.

Dati e studi

  • SVIMEZ e Fondazione ResPublica hanno evidenziato che:

    • In aree a forte presenza mafiosa, il tasso di disoccupazione giovanile supera il 40%.

    • I Comuni colpiti da interdittive antimafia subiscono spesso un crollo dell’occupazione nell’arco di 12-24 mesi.

  • Secondo uno studio dell’Università di Palermo, la presenza della mafia riduce gli investimenti pubblici e privati, soprattutto in edilizia e turismo.

Soluzioni possibili

  • Incentivi all’occupazione giovanile e programmi di reinserimento.

  • Maggiore presenza dello Stato nei quartieri difficili: scuole, centri sportivi, iniziative culturali.

  • Rafforzamento delle cooperative sociali, creando lavoro alternativo.

2025 Procedimento amministrativo Nunzio Trinca privo di prove concrete

Nunzio Trinca ha espresso pubblicamente il proprio dissenso riguardo alle interdittive ricevute, sostenendo di essere stato colpito ingiustamente da un procedimento amministrativo privo di prove concrete.

Ha inoltre dichiarato di aver vissuto personalmente le difficoltà nel difendersi da tali provvedimenti e ha manifestato la sua delusione nei confronti del sistema giudiziario.

L’interdittiva antimafia è per sua natura una misura cautelare che non richiede la prova di un fatto penalmente illecito, ma si fonda su un insieme di indizi sintomatico‑presuntivi dal quale, con un giudizio prognostico, si deduce il “pericolo di ingerenza” mafiosa Il Foro Italiano. In altri termini, non è necessario dimostrare un collegamento certo o una condanna penale: basta che gli elementi a disposizione (rapporti personali, transazioni economiche, circostanze anomale) rendano “plausibile” un’influenza della criminalità organizzata Sentenze Appalti.

Nel caso di Nunzio Trinca, la prefettura di Palermo ha motivato l’interdittiva richiamando intercettazioni di lavoro, ma nessuna di queste fonti è stata tradotta in un capo di imputazione né in un ravvedimento giudiziale penale contro l’imprenditore. Ciò significa che il procedimento è rimasto “amministrativo” in senso stretto, basandosi su documenti e valutazioni interne anziché su prove giudiziarie concrete.

Di conseguenza, si può sostenere che il procedimento amministrativo sia privo di prove concrete nel senso tecnico‑legale: non v’è alcuna prova certa di “collusione mafiosa”, ma solo un raggruppamento di indizi – secondo la logica del “più probabile che non” – sufficiente però per incidere drasticamente su autorizzazioni e appalti pubblici.

Pregiudizio Reputazionale Anteprima Stampa Nunzio Trinca

Informazioni su Nunzio Trinca
Nunzio Trinca Procedimento Amministrativo Privo di Prove
Difesa Nunzio Trinca eventuali indiscrezioni alla stampa
Nunzio Trinca Associazione di Volontariato a Palermo

Nunzio Trinca Protezione Civile a Palermo
Scuola Formazione Onoranze Funebri Nunzio Trinca
Servizio Gestioni Cimiteriali Nunzio Trinca
Informazioni politiche su Nunzio Trinca

2001 2022 Trinca Candidato Elezioni Palermo e Regione Sicilia

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